La Rete CittImm opera da anni per migliorare la diffusione e l’accessibilità alle informazioni in materia di immigrazione, al fine di favorire l’integrazione di cittadini dell’Unione europea e di Paesi Terzi e promuovere l’acquisizione di competenze e lo sviluppo di buone prassi per le politiche di accoglienza, la conoscenza e l’applicazione della normativa vigente in ambito immigrazione.
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Attraverso una convenzione con la Prefettura di Verona, Caritas Diocesana Veronese, attraverso la Cooperativa Sociale Servizi e Accoglienza “Il Samaritano ONLUS”, accoglie giovani richiedenti protezione internazionale. La prima accoglienza (50 persone circa) viene svolta nel centro collettivo della Diocesi di Verona, ubicato in via Rosmini. A seguire l’accoglienza avviene nelle parrocchie sul territorio, in nuclei di 3/4 ospiti per favorirne l’inclusione sociale, grazie all’attività delle comunità parrocchiali.
La Conferenza Episcopale Italiana, attraverso Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, ha promosso nel 2018 l’apertura di un nuovo corridoio umanitario tra l’Etiopia e l’Italia che ha permesso l’arrivo di 500 profughi eritrei, somali e sud-sudanesi, ma non solo, fuggiti dai loro Paesi per i conflitti in corso e bloccati nei campi profughi del Paese. Caritas Diocesana Veronese attraverso la Cooperativa Sociale Servizi e Accoglienza “Il Samaritano ONLUS” ha aderito al progetto con l’accoglienza diffusa sul territorio diocesano di otto nuclei famigliari diversi.
Dal 1 giugno 2018 Caritas Diocesana Veronese, attraverso la Cooperativa Sociale Servizi e Accoglienza “Il Samaritano ONLUS” ha attivo un progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) che ospita 12 persone presso il Comune di Fumane, in Valpolicella.
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Attraverso il progetto APRI (Accogliere PRoteggere e promuovere, Integrare), Caritas Diocesana Veronese attraverso la Cooperativa Sociale Servizi e Accoglienza “Il Samaritano ONLUS” propone una forme di accoglienza alternativa attraverso una pluralità di attori coinvolti: famiglie, operatori della Caritas diocesana, comunità e parrocchie che potranno sperimentarsi nell’accoglienza di persone provenienti da contesti e culture differenti, in tempi brevi, perché la durata del progetto è di massimo sei mesi per persona.