Voci dal territorio - La Caritas di San martino Buon Albergo si racconta

Voci dal territorio – La Caritas di San Martino Buon Albergo si racconta

Questo mese, per la rubrica “Voci dal territorio”, siamo andati a fare visita alla Caritas di San Martino Buon Albergo dove Don Francesco e le volontarie Maria, Marilena e Marilisa ci hanno raccontato delle principali iniziative che realizzano sul territorio.

Ciao, come vi chiamate e di cosa vi occupate?

Siamo Don Francesco, parroco dell’unità pastorale di San Martino Buon Albergo insieme a Don Matteo, Maria, volontaria del Centro di Ascolto, Marilena e Marilisa, volontarie del laboratorio di sartoria.

Maria: Quest’anno, oltre a seguire le persone che si rivolgono al nostro Centro di Ascolto, abbiamo organizzato un’attività di supporto per le mamme che frequentano la scuola di italiano del CPIA di San Martino Buon Albergo. Ci siamo accorti che alcune avevano difficoltà a frequentare i corsi di italiano perché avevano bambini piccoli e non sapevano a chi lasciarli mentre frequentavano il corso di lingua. Abbiamo quindi pensato di organizzare uno spazio in cui in 6-7 volontarie tenevamo i bambini durante il corso, stavamo con loro, li facevamo giocare, colorare, a volte andavamo anche fuori all’aperto. Le mamme sono state felicissime di avere questo supporto e di poter così frequentare le lezioni del CPIA 2 volte a settimana, per 4 mesi… ci hanno già chiesto se lo faremo di nuovo, questo è stato il primo anno ed è un’esperienza che è andata davvero bene.

Marilena e Marilisa: noi invece siamo le volontarie del laboratorio di sartoria, un’iniziativa che compie ormai 7 anni e che vede molte partecipanti, circa una decina ogni anno, originarie da Paesi diversi, ma con la comune passione per il cucito. Durante i primi incontri insegniamo le cose più semplici, come aggiustare una cerniera, mettere la toppa ai pantaloni, recuperare i vestiti che non vanno più bene. È una gran bella soddisfazione sia per le partecipanti che per noi volontarie, nei mesi finali del laboratorio molte riescono a sistemare capi di abbigliamento in autonomia e alcune sono particolarmente brave e riescono a farsi anche vestiti e pantaloni… chiaramente c’è qualcuna che è più portata e qualcuna lo è meno, ma si impegnano tanto e sono bravissime a ricamare.

Quali sono i volti delle persone che vengono al laboratorio di sartoria e come si svolge il laboratorio?

Marilena e Marilisa: sono donne sposate con figli, il bello è che stando con loro durante il laboratorio le conosci e ti raccontano delle cose di loro, quindi diventa anche un momento di condivisione e talvolta anche di confronto e di supporto. Abbiamo anche notato che molte delle partecipanti sono diventate amiche e hanno mantenuto i contatti anche al di fuori del corso. Il laboratorio dura da settembre a giugno, praticamente tutto il periodo durante il quale i bambini vanno a scuola. Ci siamo sempre trovate bene, andiamo d’accordo, le signore vengono volentieri e per loro ormai siamo come delle mamme o delle nonne.

Don Francesco e Maria, volete raccontarci di cosa si occupa la Caritas di questo territorio?

Don Francesco: qui la Caritas è storica, ha una lunga tradizione, il perno è sempre stato il Centro di Ascolto fin dall’inizio. Seguiamo attualmente 110 famiglie su un territorio di circa 17.000 abitanti e quasi tutte sono famiglie straniere che supportiamo dal punto di vista economico, delle bollette, delle utenze, dal punto di vista alimentare, ma non solo. Stiamo cercando di implementare tutta una serie di progetti, come i laboratori anche per cercare di supportare i minori a scuola e per favorire l’integrazione delle famiglie e la conoscenza reciproca. C’è anche una bella collaborazione con i Servizi Sociali del Comune con cui ci troviamo in maniera stabile una volta al mese per scambiarci le informazioni.

Maria: come Caritas vorremmo dare non solo aiuto economico, ma cercare di fare qualche progetto per portare le persone al raggiungimento dell’autonomia.

Quali sono secondo voi le povertà e le fragilità nel territorio di San Martino Buon Albergo? Come definireste il povero di oggi?

Don Francesco: oggi il rischio è quello di sfociare nell’individualismo e quindi la priorità della Caritas per suo statuto è formativa-educativa. La Caritas all’interno della realtà parrocchiale sollecita al non cadere nella tentazione di richiudersi nell’individualismo anche religioso del vado a messa, faccio le mie preghiere, ma non guardo fuori dalla mia finestra e non mi accorgo della persona che abita sotto di me e che potrebbe aver bisogno di me… Qui a San Martino la povertà riguarda 3 sfere principalmente. La prima è sicuramente legata all’integrazione di famiglie che arrivano anche in cerca di fortuna diciamo, ma forse è meglio dire in cerca di sopravvivenza, con mezzi minimi e insufficienti, sono fragilissime e arrivano con un bagaglio di culture e di valori anche molto diverso dal nostro. Altre due emergenze e povertà sono l’emergenza lavoro e abitativa.

Maria, Marilena e Marilisa: Dal nostro punto di vista, noi vediamo in particolare le povertà legate all’aspetto della solitudine e dell’essere “isolate”, in particolare nelle donne, anche per questo abbiamo organizzato delle iniziative per loro.

Don Francesco, un’ultima domanda che riguarda le prospettive future: che tipo di attività avete in mente come Caritas di San Martino?

Don Francesco: la prospettiva della Caritas è quella di cercare di lavorare sul progetto che porta all’autonomia delle persone che si rivolgono a noi, quindi sperando che queste persone piano piano non abbiano più bisogno del nostro aiuto. È importante dirci quali obiettivi abbiamo e pensare un progetto che guardi in avanti e che apra delle prospettive future, che non si limiti quindi al solo bisogno immediato. Questo penso che sia il senso dei laboratori e delle iniziative che abbiamo organizzato in questi anni.

Maria, Marilena e Marilisa, cosa significa per voi fare volontariato? Se doveste descrivere volontariato con una frase o una parola direste?

Maria: fare volontariato significa prendersi cura degli altri, sono un’insegnante in pensione e quindi ho pensato di prendere parte ad attività di solidarietà, di dare un aiuto agli altri in modo concreto.

Marilena: per me fare volontariato è una cosa naturale, nella mia vita l’ho sempre fatto e adesso farei veramente fatica a non farlo, tanto più offrendo servizio al laboratorio di sartoria vista la mia forte passione per il cucito.

Marilisa: io faccio volontariato per sentirmi utile, lo faccio volentieri, quando ero giovane io cercavo qualcuno che si potesse occupare di mia mamma anziana, adesso è arrivato il momento di ricambiare. Il volontariato mi dà la possibilità di aprirmi con gli altri.