Una casa bellissima e solidale per le donne

8X1000 alla Chiesa Cattolica  

È la libera scelta di destinare una percentuale della quota totale IRPEF allo Stato a scopi umanitari e sociali o a confessioni religiose per scopi religiosi e caritativi.

Nel cuore di Verona all’ombra di Castel Vecchio, si trova un condominio solidale che Caritas Diocesana Veronese ha recuperato in una porzione di monastero. Il progetto è stato realizzato grazie al contributo 8×1000 Chiesa cattolica, un gesto che non costa nulla ai cittadini, ma che può dare davvero tanto a chi vive un momento di fragilità nella propria vita.

Casa Santa Elisabetta è un luogo in cui si sperimentano l’ascolto, l’aiuto reciproco, ma anche momenti di leggerezza e cultura. Otto alloggi autonomi accolgono mamme con figli che qui ritrovano una tranquillità abitativa e vivono relazioni di amicizia e mutuo aiuto.  Una sala con divani e libreria e una corte esterna permettono di costruire relazioni, confrontarsi e trascorrere insieme il tempo libero.

In un contesto di individualismo diffuso e di crescenti divisioni sociali Casa Santa Elisabetta offre a tutti coloro che ospita un temporaneo luogo di ristoro, quasi un’oasi nel deserto, pensata per ridare slancio e speranza a nuclei familiari di mamme con i loro figli. Si tratta infatti di situazioni familiari fragili che necessitano, oltre ad un concreto sostegno materiale, anche di amicizia, vicinanza, solidarietà. Che hanno bisogno di tutte quelle risorse che non sono in vendita né si possono comprare ma che, spesso, risultano indispensabili per superare situazioni di disagio e di necessità.

Le donne accolte si incontrano, prima del loro ingresso nell’alloggio, per conoscersi e strutturare insieme il progetto da realizzare nel tempo di accoglienza, che riguarda non solo la mamma, ma anche i figli. Per i bambini possono essere attivate doti educative per fruire di attività culturali e corsi extrascolastici (sport, centri estivi, teatro…). Investire nello specifico sui minori permette di gettare le basi, o creare comunque un’occasione, per offrire maggiori opportunità. Il patto di accompagnamento mantiene le donne protagoniste attive del proprio percorso, con l’obiettivo di accrescere la propria autostima in un momento di difficoltà.

La vita del condominio è accompagnata da un gruppo di operatrici e volontarie che rappresentano un punto di riferimento quotidiano per le donne accolte; organizzano con loro laboratori e attività culturali e le orientano alle opportunità, in una prospettiva di rafforzamento delle competenze e scoperta di talenti.

“La prima volta che ho visto la casa ero senza parole. Non pensavo che stesse succedendo a me. Ero felicissima”. “I bambini si sono legati tanto fra loro, stanno giù nella corte a giocare insieme. La cosa bella di questa coabitazione è che ci sosteniamo a vicenda.” – Mamme accolte

Casa Santa Elisabetta resta un punto di riferimento anche dopo il termine dell’esperienza, uno spazio ponte tra l’interno e l’esterno in cui si stimolano processi di inclusione e di crescita personale.