La lettera del direttore di Caritas Verona in visita in Siria

Una riflessione di ritorno dalla Via di Damasco…. di don Matteo Malosto, direttore di Caritas Diocesana Veronese
La guerra in Siria, dal 2011, si può riassumere con questi numeri: 500.000 morti, di cui 29.000 bambini. 100.000 persone spartite nel nulla, tra i quali padre Paolo Dall’Oglio. 12.000.000 di sfollati, metà all’estero e metà entro i confini. La comunità cristiana scesa da 1.200.000 a 400.000. E anche oggi grande incertezza, con un regime caduto dopo 50 anni e l’attesa di capire come i “grandi” della terra sceglieranno di spartirsi il Paese.
Lascio al tempo e alla preghiera mettere in ordine dentro quanto visto, così come si fa con le esperienze sacre, quelle per cui sai che c’è un prima e un dopo. Una cosa sicuramente l’ho capita: credo che Dio non conti in numeri come siamo abituati a fare noi, Lui conta in volti. E se impariamo a farlo allora tutto diventa diverso, perché un volto, con la sua irripetibile unicità, ha il potere di cambiarti per sempre. E ti fa gridare per la cosa più evidente al mondo: è anti-umano e diabolico che oggi la guerra continui a spegnere volti, a Gaza e in tante altre parti del mondo, che ci siano volti di mamme che non hanno più lacrime per piangere, volti di bambini che non sanno più sorridere, volti di nonne e nonni scavati dalla fame. Non c’era altro posto dove avrei voluto essere in questi giorni e a questo sento che è chiamata Caritas, nel mondo e a casa nostra: fermarsi a guardare quei volti che nessuno vede. Allora diventeremo simili a Dio. E lotteremo con tutte le nostre forze perché “non possiamo accettare che qualcuno non conosca l’amore”.
Don Matteo Malosto

SIRIA – IL CONTESTO
Dialogo, unica speranza
CONTESTO ATTUALE
I primi mesi dalla caduta del regime
Dopo lo scorso 8 dicembre si è aperta in Siria una nuova fase di transizione dovuta al rapido collasso del regime di Bashar al-Assad e all’istaurazione di un governo ad interim guidato dal gruppo Hay’at Tahrir al-Sham con la nomina a presidente provvisorio del leader Ahmed al-Sharaa. Con la svolta rapida e inattesa si sono aperte grandi speranze per un futuro di pace e ricostruzione dopo i 14 anni di conflitto che hanno devastato il paese, ma anche enormi timori legati alle radici terroristiche dell’attuale leadership. Nei primi mesi di azione di governo la priorità è stata quella di rassicurare la popolazione cercando di stabilire condizioni di sicurezza e invitando tutte le parti al dialogo, cercando di ricondurre tutte le fazioni armate ad integrarsi nel nuovo esercito nazionale.
Si è svolta a febbraio la Conferenza di dialogo nazionale per muovere i primi passi nel definire i principi cardine della nuova Costituzione con l’impegno all’inclusione di tutte le realtà anche minoritarie che compongono la società siriana.

La guerra civile comunque non è terminata. Il nuovo governo cerca stabilità e offre segnali di apertura, ma non sembra innovare nella gestione delle risorse. La fine delle sanzioni americane è condizionata. Gli Stati arabi del Golfo sono pronti a inserirsi tramite politiche di finanziamento. E minacce di ribellioni interne, con i seguaci del precedente governo pronti a riprendersi ciò che hanno perso, sono all’ordine del giorno.

La situazione umanitaria
Dopo il rovesciamento del precedente Governo, oltre 300 mila persone sono rientrate nel Paese e centinaia di migliaia di sfollati interni sono tornati nelle loro comunità. Non mancano i segnali di una ritrovata speranza tra la popolazione, ma il Paese è devastato dal conflitto. Migliaia di case e le principali infrastrutture sono state distrutte o danneggiate. La sicurezza rimane fragile in molte parti del Paese. Sono oltre 4,6 milioni i rifugiati siriani presenti nei Paesi vicini, tra i quali Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto. Molti di loro vivono in condizioni di estrema povertà e faticano ad accedere ai servizi di base. I loro bisogni, e quelli delle comunità che li ospitano, non possono essere dimenticati. Un sostegno continuo è essenziale per garantire loro una vita dignitosa mentre decidono i loro prossimi passi.
Oggi:
• 16,5 milioni di persone – il 70 % della popolazione – necessitano di assistenza umanitaria a causa della diffusa insicurezza alimentare e della mancanza di infrastrutture e servizi pubblici di base;
• Di questi circa 7,5 milioni – più del 45% – sono minori;
• Circa 2,5 milioni di bambini non possono frequentare la scuola
• 5,5 milioni di rifugiati all’estero;
• 7 milioni di sfollati interni;
• Drammatico aumento dell’inflazione che è arrivata al 40,2 % nel 2024;
In questo quadro drammatico si assiste alla difficoltà di reperire risorse adeguate, attualmente meno del 10 % degli 1,2 miliardi di dollari necessari fino a marzo 2025 sono stati finanziati.

La Chiesa di Verona
Tramite la collaborazione con Card. Mario Zenari, Nunzio Apostolico a Damasco, e grazie soprattutto a chi come Voi ha contribuito, Caritas Verona ha la possibilità di inviare denaro a sostegno della popolazione siriana.
In questi giorni è in visita al Cardinal Zenari il direttore di Caritas Verona, don Matteo Malosto, insieme ad altri due sacerdoti veronesi, don Riccardo e don Francesco. Anche questo è un modo per dimostrare sostegno e vicinanza della Chiesa di Verona alla popolazione siriana. Un motivo in più per ricordare nella preghiera tutti i sacerdoti che operano in quelle terre martoriate dal conflitto.
È possibile contribuire agli interventi di Caritas per questa emergenza specificando nella causale “Progetto Siria” attraverso:
Dona (con agevolazione fiscale)
ASSOCIAZIONE DI CARITÀ SAN ZENO ODV ETS
IBAN: IT 40 Z 05018 11700 000017091380
Causale: Progetto Siria
Dona (senza agevolazione fiscale):
DIOCESI VERONA – SEZIONE CARITAS
IBAN: IT 62 A 05034 11750 000 000 167142
Causale: Progetto Siria
Si può anche donare direttamente CLICCANDO QUI
Per maggiori informazioni
Telefono 045 2379300 (dal lunedì al venerdì con orario 9:00-13:00 e 14:00-17:00);
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