Guerra Medio Oriente. Caritas Gerusalemme: “Pronti a rispondere ai bisogni delle persone”
Dopo l’acuirsi del conflitto tra Israele e Iran, il segretario generale di Caritas Gerusalemme, Anton Asfar, descrive la situazione in cui si trovano a lavorare, in questi giorni, gli operatori attivi a Gerusalemme, in Cisgiordania e a Gaza.
Qui sotto le sue parole tratte dal videomessaggio, mandato in risposta a una richiesta delle diocesi del Nordest che, in ogni attività estiva, proporranno ai giovani di pregare per la Terra Santa e per Gaza in particolare, promuovendo contestualmente attività di sensibilizzazione.
Caritas Diocesana Veronese contribuisce al supporto delle attività di Caritas Gerusalemme attraverso Caritas Italiana.
La situazione in Terra Santa si è aggravata notevolmente negli ultimi giorni, a partire dalla sera di giovedì e venerdì, con l’inizio della guerra tra lo Stato di Israele e la Repubblica Islamica dell’Iran. Siamo stati costretti a sospendere le operazioni di Caritas Gerusalemme venerdì, dando priorità alla sicurezza dei nostri team e dei colleghi che lavorano in Terra Santa.
GUARDA IL VIDEO in lingua originale
Pronti a rispondere
Il personale era desideroso di riprendere le operazioni e, in quanto organizzazione umanitaria e di soccorso della Chiesa, vogliamo essere i primi a rispondere, anche in questa escalation. Così il team sanitario ha ripreso le operazioni, sia in Cisgiordania, nel nostro Centro medico di Taybeh, sia a Gaza, fornendo servizi salvavita alla comunità in generale.
Anche a Gerusalemme siamo tornati al lavoro lunedì con le équipe, nonostante gli allarmi e gli avvertimenti e le continue sirene e i missili in tutto il Paese. Dobbiamo correre nelle aree protette quando i missili vengono lanciati verso la Terra Santa, dando priorità anche alla sicurezza del personale.
Le nostre squadre hanno ripreso a distribuire pasti caldi alle persone vulnerabili, per lo più anziane, con l’impegno dei nostri meravigliosi giovani volontari che sostengono i nostri servizi in Cisgiordania.
La tragedia di Gaza
A Gaza, in realtà, la situazione non è affatto migliorata. La gente muore di fame, cerca cibo ogni giorno, non c’è acqua pulita, le persone sono malate, hanno mal di pancia, si vedono bambini che camminano scalzi, in piedi su colline di rifiuti solidi, alla ricerca di cibo di scarto, solo per sopravvivere.
La situazione è davvero catastrofica e la necessità di sostenere la comunità deve essere soddisfatta immediatamente. Con la chiusura e il blocco del corridoio umanitario, non possiamo portare a Gaza forniture salvavita, ma le nostre équipe sono tenaci e cercano di fornire almeno servizi di assistenza sanitaria con i mezzi e le risorse che abbiamo.
Anche la situazione nelle chiese, che si tratti di quella latina, della Sacra Famiglia o di quella di San Raffaele, si sta deteriorando, il cibo si sta esaurendo, le persone si ammalano, purtroppo, e non abbiamo i mezzi per portare rifornimenti alla comunità.
Le difficoltà economiche
In Cisgiordania, ci sono molte chiusure, ci sono più di 878 posti di blocco. Ho avuto l’opportunità di visitare il governatorato di Jenin mercoledì e giovedì scorsi e ho potuto constatare di persona i cambiamenti in atto. Si vedono nuove enormi recinzioni di sicurezza installate intorno ai villaggi, che creano enclave e impediscono alla gente di muoversi.
L’accesso e la circolazione stanno diventando davvero molto difficili. Non c’è un vero e proprio commercio né movimento di lavoratori all’interno dei territori palestinesi, e questo ha deteriorato molto l’economia sul piano agricolo e commerciale. Senza dimenticare che non ci sono pellegrinaggi in Terra Santa e Betlemme sta ancora soffrendo. La comunità dipende molto dalle fonti di reddito provenienti dai pellegrinaggi, quindi cerchiamo di sostenere queste comunità, sia fornendo loro assistenza in denaro, sia sostenendo i loro figli per i costi della scuola, sia fornendo medicine o cure mediche alla comunità in generale.
La speranza
Sì, è devastante, ma noi di Caritas abbiamo ancora speranza. Questa speranza è una speranza interiore che deriva dalla nostra forte fede, e dalle vostre preghiere, dai vostri continui messaggi di sostegno e solidarietà. Vediamo persone con l’amore nel cuore, e persone che vogliono sostenerci. Questo ci solleva davvero e continua a far rinascere la speranza in noi, per continuare la nostra missione in Terra Santa.
Puoi sostenere gli interventi di Caritas per l’emergenza in Terra Santa donando a:
causale “Emergenza Terra Santa”
(con agevolazione fiscale):
ASSOCIAZIONE DI CARITÀ SAN ZENO ODV ETS
BANCA ETICA S.c.p.a.
IBAN: IT 40 Z 05018 11700 000017091380
(senza agevolazione fiscale):
DIOCESI VERONA – SEZIONE CARITAS
IBAN: IT 62 A 05034 11750 000 000 167142
Per saperne di più riguardo le donazioni clicca qui per consultare la pagina dedicata.
Telefono 045 2379300 (dal lunedì al venerdì con orario 9:00-13:00 e 14:00-17:00);
E-mail: donazioni@caritas.vr.it
Aggiornato il 27 giugno 2025