Giubileo e Carità: un progetto di volontariato per chi commette reati
Fin dall’antico popolo di Israele – come ritroviamo nel capitolo 25 del libro biblico del Levitico – il Giubileo ha un forte significato sociale perché prescrive il ritorno per tutti alla libertà laddove qualcuno era stato ridotto in schiavitù, al condono dei debiti e all’uguaglianza, alla possibilità per ciascuno di condurre una vita dignitosa. Se per 49 anni i rapporti erano andati sbilanciandosi e deteriorandosi, il cinquantesimo era l’Anno santo, in cui accogliere la benedizione e la liberazione di Dio. Questo vuol dire ammettere che tutto è dono: per questo occorre anche riconoscere l’uguaglianza di ciascuno davanti ai beni essenziali e l’equa ripartizione tra tutti. Celebrare il giubileo e viverne le caratteristiche – oggi come allora – non è un’azione facoltativa: il comando è assoluto e incondizionato, nessuna situazione o ragione può annullarlo o relativizzarlo, perché la libertà non esiste in astratto, occorre la responsabilità per darle forma concreta. All’interno del Giubileo 2025, la Chiesa di Verona, attraverso la Caritas diocesana, riconosce due emergenze – abitativa e carceraria – e indica due proposte. A questo link è possibile vedere la proposta in ambito abitativo. Qui sotto invece, la proposta sul tema giustizia.
Volontariato nelle parrocchie della Diocesi e a favore della collettività a fronte di reati commessi. Questo è un progetto che vede la collaborazione di Caritas Diocesana e l’Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna (UDEPE), con destinatarie le persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria in carico all’Udepe.
Qui è possibile scaricare una presentazione del progetto:



