Gaza. Garantire gli aiuti alla popolazione
Appelli al rispetto del diritto umanitario: papa Leone, il card. Pizzaballa, Caritas Internationalis
A 19 mesi dal 7 ottobre 2023 la guerra in Terra Santa è entrata in una nuova fase. Il governo israeliano ha approvato il piano “Carri di Gedeone” che prevede l’espansione della sua offensiva nella striscia di Gaza e l’occupazione dell’intero territorio.
Di fronte a questo scenario Caritas Internationalis esprime la sua profonda preoccupazione in particolare per il nuovo “meccanismo di distribuzione degli aiuti a Gaza” deciso dal gabinetto di sicurezza all’inizio di maggio, dopo quasi nove settimane di blocco totale degli aiuti salvavita. Si chiarisce soprattutto che l’eventuale uso degli aiuti come strumento di guerra è proibito dal diritto internazionale umanitario e qualsiasi ricorso alla fame della popolazione civile come metodo di guerra costituisce una violazione del diritto internazionale umanitario.
Caritas Internationalis sottolinea come il piano proposto mini gravemente i principi umanitari fondamentali e si unisce alle agenzie delle Nazioni Unite e ai partner umanitari nell’esprimere serie preoccupazioni circa l’impatto sulla popolazione bisognosa e sulla possibilità di accedere agli aiuti. È un meccanismo che trasferisce la responsabilità della distribuzione degli aiuti ad attori internazionali non umanitari e a organizzazioni di sicurezza private, potenzialmente politicizzando e militarizzando la distribuzione degli aiuti.

Gli aiuti umanitari, ribadisce Caritas Internationalis, non dovrebbero mai essere politicizzati o militarizzati e devono raggiungere i civili in difficoltà. Si esprime anche profonda preoccupazione per i piani annunciati da Israele di trasferire forzatamente la popolazione di Gaza nel sud della Striscia, compresi i piani di deportazione dei palestinesi al di fuori di Gaza. Ciò solleva ulteriori preoccupazioni sulle condizioni di vita dei palestinesi. Il trasferimento forzato di civili costituisce una grave violazione del diritto internazionale umanitario. Intensificare l’offensiva su Gaza causerà solo ulteriori sfollamenti di massa, più morti e feriti tra i civili innocenti e distruzione.
“Continuiamo a ribadire il nostro appello al rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, incluso il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia del 2024 e le sue ordinanze sulle misure provvisorie.
Invitiamo la comunità internazionale a utilizzare tutta la sua influenza politica e diplomatica per garantire il pieno rispetto degli obblighi di diritto internazionale umanitario e dei principi umanitari fondamentali, assicurando un accesso umanitario senza ostacoli e meccanismi di distribuzione degli aiuti indipendenti e imparziali.
Esortiamo la comunità internazionale ad adottare misure immediate e decisive per prevenire ulteriori sofferenze e garantire la protezione dei civili a Gaza, in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e a sostenere gli sforzi per un cessate il fuoco immediato e duraturo”.
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La situazione a Gaza – per quanto senza risposte concrete – continua a restare al centro dell’attenzione della comunità internazionale e delle cronache.
Il patriarca di Gerusalemme card. Pierbattista Pizzaballa, di ritorno dal conclave, ha denunciato con fermezza il blocco israeliano che priva l’enclave degli aiuti umanitari da oltre due mesi:

“La situazione è inaccettabile. La fame non può essere usata come arma di guerra. Facciamo appello a tutti coloro che ne hanno il potere perché pongano fine a questa guerra”.
Ai media vaticani dichiara:
“La gente non ha più nulla: mancano cibo, acqua medicinali. Una tregua è possibile, basta volerlo”. “Un cessate il fuoco a Gaza è sempre più urgente”. “Oltre alle terribili violenze delle bombe c’è anche la crisi della vita ordinaria. Mancano cibo, medicinali, acqua. Ad esempio, i nostri cristiani riescono a cucinare una volta o due e quello che cucinano deve bastare almeno per una settimana”.
Papa Leone, al Regina Caeli di domenica 18 maggio, subito dopo la messi di inizio del pontificato, non dimentica:
“i fratelli e le sorelle che soffrono a causa delle guerre. A Gaza i bambini, le famiglie, gli anziani sopravvissuti sono ridotti alla fame. Nel Myanmar nuove ostilità hanno spezzato giovani vite innocenti. La martoriata Ucraina attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura”.
Appello rinnovato in occasione dell’udienza generale di mercoledì 21 maggio:
“È sempre più preoccupante e dolorosa la situazione nella Striscia di Gaza. Rinnovo il mio appello accorato a consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani, dalle persone malate”.
Caritas Italiana aderisce con convinzione agli appelli di papa Leone XIV, rilanciati anche dai Vescovi italiani, affinché ovunque si soffre per la guerra tacciano le armi e sia sostenuta ogni iniziativa di dialogo e di pace. A Gaza in particolare si consenta “l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari”, “siano liberati tutti gli ostaggi, si rispetti integralmente il diritto umanitario”.
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Striscia di Gaza. “La gente vaga tra le macerie come fantasmi affamati”
Anton Asfar, Segretario generale di Caritas Gerusalemme, denuncia il collasso umanitario nella Striscia di Gaza: mancano cibo, acqua, medicine. Gli operatori sono in prima linea nonostante gli ordini di evacuazione. “La popolazione vaga affamata tra le macerie, ma non vuole lasciare la propria terra”.
- Leggi l’intervista raccolta per il SIR da Daniele Ronchi (24 maggio 2025).
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Aggiornato il 03 giugno 2025