La benzina dell’8×1000 per il motore della Caritas

In questi giorni Caritas diocesana veronese ha presentato il proprio bilancio etico sociale. Quasi cento pagine di progetti, di tantissime iniziative che coinvolgono decine di operatori, centinaia di volontari e tantissime persone, famiglie, situazioni di fragilità che percorrono tutta la diocesi di Verona, dalla sua città, ad ogni punto della provincia. Uno dei motori che permette a Caritas di funzionare è sicuramente quello dell’8×1000, sostegno importante della Chiesa per affrontare le difficoltà quotidiane che Caritas intercetta. «Caritas diocesana – spiega il direttore, don Matteo Malosto – utilizza l’8×1000 come forma per finanziare le azioni verso la povertà, la grave marginalità e le situazioni di fragilità e di bisogno, unitamente ad altri fondi che cerca di trovare sia da enti pubblici, sia da enti privati, sia sotto forma di donazioni. In particolare, Caritas utilizza l’8×1000 ordinario nell’ambito della prima accoglienza di persone in grave marginalità, quindi senza dimora, senza dimora in fascia giovanile, in fascia adulta, in fascia anziana, senza dimora con esigenze sanitarie. Accompagna loro in un percorso non solo di casa, ma anche di riscatto e di reintegrazione sociale, lavorativa e abitativa».

Nell’ambito migratorio?

«Caritas aiuta anche con l’8×1000 persone che vivono migrazioni, in situazioni spesso difficili. E anche in questo caso punta a garantire al migrante non solo un’accoglienza abitativa, ma un percorso di integrazione all’interno del nostro Paese e delle nostre comunità».

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Papa Francesco ha sempre avuto un occhio di riguardo verso il mondo del carcere. E anche nella sua visita di un anno fa a Verona, la casa circondariale di Montorio è stata tappa significativa. Come lavora Caritas Verona attraverso l’8×1000 nel mondo dei carcerati?

«L’8×1000 viene utilizzato anche per detenuti in misura alternativa, cioè persone ancora in forma di detenzione ma a fine pena: anche in questo caso si opera in accompagnamenti soprattutto legati ad uscire dallo stigma del carcerato, per arrivare verso una riappropriazione per sé e per la famiglia di una dignità sociale. Caritas sviluppa questa progettualità oltre che sul territorio del Comune di Verona, anche su tutto il territorio della diocesi di Verona e con i vari ambiti territoriali e sociosanitari. Caritas finanzia con l’8×1000 anche azioni di reinserimento lavorativo, con proposte proprie, o anche tramite partner di progetto. Ma si dedica anche in altre azioni di accoglienza e di percorsi socioeducativi che coinvolgono i vari beneficiari, sempre in autonomia oppure finanziando le azioni di partner conosciuti e attivi sul territorio da anni».

Per quel che riguarda le emergenze?

«Ci siamo. Caritas risponde anche ad esigenze puntuali di emergenza, quali per esempio il freddo dell’inverno, e quindi i periodi dove serve maggiore attenzione a non lasciare nessuno per strada, con progetti anche appunto a spot di primissima accoglienza».

E i territori usufruiscono di questo supporto?

«Caritas Verona sviluppa con l’8×1000 anche azioni di volontariato che non solo permettono di vivere una importante esperienza pastorale e di assistenza alle persone, appunto tramite i volontari coinvolti, ma che creano una forza importante di risposta alle necessità sui territori. Questo sia nelle proprie strutture di accoglienza o di reinserimento, di cui abbiamo parlato, ma anche per mezzo di tutti i punti di ascolto, cioè i 51 Centri di ascolto a livello diocesano, che sono supportati dall’8×1000. Oppure nella rete dei sedici Empori della solidarietà dove viene garantito l’accesso al cibo, ai prodotti di prima necessità, ma soprattutto, anche in questo caso, viene assicurata una proposta che va al di là del solo alimentare, ma che punti al riscatto della persona, lavorando su leve come quelle culturali e quelle dell’assistenza ai minori, per dar loro possibilità di godere di proposte che possono combattere anche la cosiddetta povertà ereditaria. In questo ambito ci sono i progetti di Officina culturale e Officina futuro. Viene sviluppata poi, sempre anche grazie all’8×1000, l’esperienza nell’ambito giovanile di Young Caritas, quindi la prossimità verso i poveri da parte dei più  giovani. E in particolare attraverso il Servizio civile universale, quindi facendo vivere ai ragazzi in servizio civile un’esperienza di servizio, di residenzialità e di comunità».

C’è poi tutto un mondo legato all’ambito femminile…

«Esatto, vengono finanziate alcune situazioni di accoglienza, di opere segno anche per donne e minori, come Casa Santa Elisabetta, Casa braccia aperte, Casa misericordia. E tutto ciò che in questo caso coincide con la prima accoglienza e l’accompagnamento nelle situazioni più difficili in ambito femminile».

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Volontariato, amore per il prossimo, stretta collaborazione con la curia nella gestione di varie strutture, finanziamenti di enti pubblici, di enti privati, tantissime donazioni e l’8×1000 permettono quindi a Caritas diocesana di vivere appieno il proprio servizio verso i più poveri e gli emarginati della società d’oggi. Perché nessuno venga lasciato indietro.

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